Cyril Ngonge, arrivato a zero a gennaio per salvare il Verona. E poi fare una grossa plusvalenza

Arrivare a zero, dall'Olanda, a gennaio, per poi diventare uomo mercato. È la storia di Cyril Ngonge, cresciuto enormemente nei suoi anni in Italia. Era arrivato due stagioni e mezzo fa, nel corso di una rivoluzione da parte del Verona, come quelle già fatte nel corso delle ultime annate. Era riuscito, grazie ai suoi gol, a trascinare gli scaligeri fino a una salvezza insperata nel doppio confronto con lo Spezia.
Anche per questo in molti si erano fatti avanti, come la Fiorentina. Alla fine, con sei mesi di ritardo, l'ha vinta il Napoli, che proprio a gennaio aveva sborsato quasi venti milioni per prenderlo. Ora è a bilancio intorno ai 12 e gli azzurri dovranno scegliere cosa fare: se cederlo a titolo definitivo oppure cercare di tenerlo, in caso ci sia un nuovo allenatore, scenario che appare sempre più probabile.
Nelle scorse settimane ha parlato della sua posizione in campo, differente rispetto all'inizio della sua carriera. "Di base io nasco come prima punta, con il tempo mi sono adattato a seconda punta e poi in Olanda sugli esterni. Se facciamo riferimento al ruolo di esterno preferisco giocare a destra a piede invertito, però in generale preferisco giocare come seconda punta. Sacrificio in fase difensiva? Mentirei se ti dicessi che mi piace, ma ovviamente è una cosa che nel calcio di oggi va fatta. È un compito in cui sicuramente ho ancora da migliorare, ma ho 24 anni quindi non mi faccio problemi: posso imparare meglio. Per la squadra ovviamente lo faccio con grande piacere". Oggi Cyril Ngonge compie 25 anni.
