Giada Greggi: “Ho rincorso questo Europeo giorno dopo giorno. Pronta a dare tutto per l’Italia”

A metà marzo, l’ipotesi di vedere Giada Greggi all’Europeo sembrava pura utopia. Il 13 del mese, la centrocampista della Roma si è sottoposta a un intervento alla spalla sinistra. Eppure, quella che sembrava una corsa contro il tempo impossibile si è trasformata in una scalata riuscita: oggi Greggi è in Svizzera, tra le convocate della Nazionale, nelle migliori condizioni fisiche possibili. Una storia di dedizione, sacrificio e amore per la maglia azzurra.

"Ora sto molto bene – racconta nel corso di un'intervista a Il Messaggero – ma è stata durissima. Fino all’ultimo ho avuto il dubbio sulla convocazione. L’infortunio è arrivato in un momento delicatissimo, al limite. Non mi sono mai concessa nemmeno mezza giornata di pausa: ogni giorno, allenamenti costanti, con l’obiettivo di dimostrare che meritavo questa maglia. Anche durante la preparazione ho dato tutto, volevo che il mister capisse che ero pronta".

Il momento della verità è arrivato solo all’ultimo giorno del raduno di Coverciano: "Fino ad allora nulla era scontato. C’erano tante ragazze in corsa, qualcuna sarebbe rimasta fuori. Anche se il mio nome era circolato già in precedenza, non mi sono mai rilassata. So come sono fatta: se voglio qualcosa, devo sudarmela fino all’ultima goccia. Ma è anche il modo più bello per arrivarci".

Che Italia ci dobbiamo aspettare? Dopo le delusioni degli ultimi Europeo e Mondiale, Greggi è convinta che ci sia spazio per risalire: "Questa competizione è cruciale per capire il nostro vero livello e per far crescere la considerazione verso il calcio femminile in Italia. Abbiamo una squadra forte, unita, che lavora come una famiglia. Spesso si dà per scontata la coesione di gruppo, ma non lo è affatto. Anche al Mondiale c’era, anche se forse da fuori non si è percepita".

L’obiettivo è chiaro: "La mia ambizione è vincere. So che non sarà facile, ma non escludo che questa squadra possa davvero arrivare in alto. Le qualità non ci mancano".

Gran parte del merito, secondo Greggi, va al commissario tecnico Andrea Soncin: "Ha puntato tutto sull’unità, sul creare legami veri. Rispetto al passato, oggi siamo più compatte. Il suo lavoro è stato determinante per arrivare fin qui".